Weekend di fuoco a Kitakyushu per l’Italia!
Dopo la finale del concorso generale femminile, dove Alice e Asia D’Amato si sono posizionate tra le 12 migliori ginnaste al mondo – rispettivamente 8^ e 12^ nonostante due cadute a testa – e dove la russa Angelina Melnikova si è diplomata campionessa del mondo, seguita dalle due statunitensi Leanne Wong e Kayla Di Cello, nelle due giornate dedicate alle finali di specialità l’Italia ha scritto la storia.
Prima giornata di finali, primo ginnasta a salire sulla pedana del corpo libero, Nicola Bartolini ha superato ogni aspettativa conquistando l’oro mondiale con un punteggio di 14,800, diventando così il primo ginnasta della storia della Federazione a vincere il titolo di campione mondiale al corpo libero. L’ultima vittoria azzurra fu quella di Juri Chechi agli anelli al mondiale del 1997. Bartolini ha superato così, grazie all’ottima combinazione difficoltà e soprattutto pulizia d’esecuzione, il giapponese Kazuki Minami e il finlandese Emil Soravuo. Ma non è finita qui. Subito dopo il quadrato, la finale al volteggio femminile per Asia D’Amato, grande riscatto dopo la finale All-Around, anche lei storica: con il suo argento è diventata la prima ginnasta a conquistare una medaglia sulla rincorsa dei 25 metri. Il suo 14,083 la posiziona solo dietro alla campionessa olimpica di specialità Rebeca Andrade, con un quasi irraggiungibile 14,966, e davanti alla russa Angelina Melnikova, che ha eseguito gli stessi salti di Asia (Yurchenko doppio avvitamento e Lopez).
Agli anelli altre due medaglie conquistate da Marco Lodadio e Salvatore Maresca. Da prima riserva – Lodadio è entrato in finale proprio all’ultimo per la rinuncia di un altro ginnasta – si è riconfermato, dopo Stoccarda 2019, vicecampione mondiale con un personale di 14,866, alle spalle del cinese Lan Xingyu con 15,200. Ma anche Salvatore Maresca ha voluto affiancare il suo compagno sul podio, vincendo la medaglia di bronzo a parimerito con il russo Klimentev Grigorii con 14,833 all’esordio mondiale. Applausi anche per Elisa Iorio, finalista alle parallele asimmetriche, che ha eseguito uno degli esercizi migliori della sua carriera ottenendo 14,400 e concludendo al sesto posto.
Nella seconda giornata di finali, Thomas Grasso e Carlo Macchini hanno difeso divinamente i colori azzurri con due ottimi, anche se un po’ amari, quarti posti. Prima finale quella del volteggio maschile che ha visto il trionfo del filippino Carlos Yulo con uno spaziale Dragulescu e una media finale di 14,916, seguito dal giapponese Hidenobu Yonekura con 14,866 e dall’israeliano Andrey Medvedev con 14,649. Ad un passo dal podio per un solo decimo – a causa dell’uscita di pedana con un piede dal Kasamatsu con un avvitamento e mezzo – Thomas Grasso, con un totale di 14,549. Stessa storia per Carlo Macchini alla sbarra, quarto con lo stesso punteggio del terzo classificato, lo statunitense Brody Malone con 14,966. Parimerito spezzato a favore della migliore esecuzione dell’americano, ma nota di merito per Macchini che ha eseguito l’esercizio dalla difficoltà maggiore al pari del cinese Xuwei Hu, nuovo campione del mondo con 15,166, seguito dal giapponese Daiki Hashimoto.
Articolo di Lucia Scardacchi.